Atmosfere di Lavoro nella Plasturgia e nei Compositi


Atmosfere di Lavoro nella Plasturgia e nei Compositi

Rischi, Misurazioni e Soluzioni per la Qualità dell’Aria

Introduzione

Nel settore industriale della plasturgia e dei compositi, l’utilizzo di sostanze chimiche volatili, come il formaldeide e lo stirene, è all’ordine del giorno. Queste sostanze possono accumularsi nelle atmosfere di lavoro, rappresentando un serio rischio per la qualità dell’aria e la salute degli operatori. I principali processi utilizzati in plasturgia, come l’iniezione, la termoformatura, l’estrusione, e nei compositi, come il moulding a contatto, l’avvolgimento filamentare e la proiezione simultanea, sono frequentemente associati a emissioni di agenti chimici pericolosi. Anche le fasi di pulizia degli strumenti e degli stampi, spesso effettuate con solventi, generano emissioni che necessitano di essere controllate per garantire un ambiente sicuro e conforme alle normative.

L’accumulo di sostanze chimiche volatili nell’ambiente di lavoro pone non solo rischi per la salute degli operatori, ma può influenzare negativamente la qualità dell’aria interna negli impianti. Le regolamentazioni in materia di prevenzione dei rischi chimici si evolvono rapidamente per affrontare tali problematiche: vengono introdotte nuove sostanze regolamentate, abbassati i limiti di esposizione e aggiunti criteri più stringenti per garantire la sicurezza dei lavoratori.

Figura 1 – Fabbricazione di pezzi in poliestere rinforzato tramite stampaggio a contatto

Rischi Chimici e Quadro Normativo

Il controllo dei rischi legati all’esposizione a sostanze chimiche pericolose è regolamentato dalle normative europee e italiane, come il Regolamento CLP (Classification, Labelling, and Packaging) e il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008). Alcune delle sostanze più comuni e pericolose nell’ambito della plasturgia e dei compositi includono:

  • Formaldeide: Questa sostanza è classificata come cancerogena di categoria 1B e mutagena di categoria 2. È utilizzata nella produzione di resine e materie plastiche termoplastiche. La formaldeide è un composto chimico che, una volta rilasciato nell’aria durante processi come lo stampaggio a caldo o la polimerizzazione, può causare gravi irritazioni alle vie respiratorie e alla pelle, nonché aumentare il rischio di tumori. In Italia, le concentrazioni di formaldeide sono rigidamente monitorate e devono rientrare nei limiti stabiliti dalle normative vigenti, con valori limite di esposizione professionale (VLEP) stabiliti a 0,37 mg/m³ su 8 ore e 0,74 mg/m³ su 15 minuti.
  • Stirene: Lo stirene è il componente principale delle resine utilizzate nella fabbricazione di prodotti in poliestere stratificato. È un composto organico volatile (COV) che può avere effetti dannosi per la salute, come irritazioni alle vie respiratorie e, in casi di esposizione prolungata, danni all’udito. Secondo le normative italiane, dal 2019 sono in vigore limiti restrittivi per l’esposizione allo stirene, fissati a 233 mg/m³ su 8 ore e 466 mg/m³ su 15 minuti. Questo obbliga le aziende a implementare misure preventive per ridurre l’esposizione degli operatori.

Valutazione del Rischio e Normative Italiane

In Italia, la valutazione del rischio legato all’esposizione ad agenti chimici è obbligatoria secondo il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro. L’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) è l’ente che fornisce supporto tecnico e metodologico per la corretta applicazione delle normative sulla sicurezza, compresa la valutazione della qualità dell’aria negli ambienti di lavoro.

Gli obblighi principali per i datori di lavoro includono:

  • Valutazione e misurazione delle concentrazioni di sostanze chimiche pericolose nell’ambiente di lavoro.
  • Informazione e formazione dei lavoratori sui rischi chimici.
  • Implementazione di misure preventive, sia di protezione collettiva (ventilazione, aspirazione) sia di protezione individuale (guanti, maschere, ecc.).

La normativa italiana si allinea con gli standard europei, prevedendo controlli regolari per garantire che i limiti di esposizione professionale non vengano superati e che siano adottate tutte le misure necessarie per ridurre il rischio di esposizione a sostanze come la formaldeide e lo stirene.

Misurazioni della Qualità dell’Aria

Le misurazioni della qualità dell’aria negli ambienti di lavoro sono essenziali per garantire che le concentrazioni di sostanze chimiche pericolose non superino i limiti consentiti. Queste misurazioni vengono effettuate attraverso:

  • Campionamenti a bassa portata utilizzando supporti specifici, come gel di silice per gli aldeidi (inclusa la formaldeide), o carbone attivo per i COV (come lo stirene).
  • Analisi di laboratorio tramite cromatografia per identificare e quantificare i composti chimici presenti nell’aria.
  • Monitoraggio continuo con sensori e dispositivi portatili, che permettono di mappare la distribuzione degli agenti chimici e rilevare picchi di concentrazione nei luoghi di lavoro.

Una volta completata la valutazione del rischio, i risultati delle misurazioni vengono utilizzati per stabilire un piano di azione volto a migliorare la qualità dell’aria interna negli impianti.

Figura 2 – Misurazione di COV sull’operatore

Figura 3 – Misurazioni dinamiche di stirene con rilevatore PID durante la fabbricazione di uno scafo di barca.

Figura 4 – Pompe a bassa portata con supporti per la misurazione di acido acetico, COV e formaldeide nell’aria di un laboratorio di estrusione di PET riciclato.

Soluzioni Tecniche per il Controllo del Rischio

Per garantire la protezione dei lavoratori, le aziende del settore della plasturgia e dei compositi devono implementare soluzioni tecniche che mirino a ridurre il rischio di esposizione ai COV e ad altri agenti chimici. Queste soluzioni includono:

  1. Sostituzione dei prodotti pericolosi: Quando possibile, i prodotti chimici più pericolosi, come i solventi clorati, vengono sostituiti con alternative meno tossiche. Nel settore dei compositi, ad esempio, si sta diffondendo l’uso di resine poliestere a basso contenuto di stirene.
  2. Sistemi di protezione collettiva: La ventilazione e l’aspirazione dei fumi sono essenziali per ridurre le emissioni di agenti chimici alla fonte. In molti impianti di plasturgia, le macchine di iniezione o termoformatura sono dotate di sistemi di aspirazione che captano i fumi alla fonte. Nel settore dei compositi, vengono utilizzate cabine chiuse o semi-chiuse per i processi di spruzzatura e proiezione simultanea.
  3. Dispositivi di protezione individuale (DPI): I DPI, come guanti e maschere, sono fondamentali durante le operazioni ad alta emissione, soprattutto quando non è possibile confinare completamente i processi emissivi. Nei casi in cui l’esposizione è prolungata, vengono utilizzati dispositivi di protezione con respirazione assistita.

Figura 5 – Cabina di spruzzatura con aspirazione dal basso e soffiaggio dall’alto.

Conclusione

Il controllo della qualità dell’aria nelle atmosfere di lavoro è una priorità assoluta per il settore della plasturgia e dei materiali compositi. L’implementazione di misurazioni regolari e l’adozione di soluzioni tecniche appropriate garantiscono la conformità alle normative italiane ed europee e proteggono la salute dei lavoratori. In un contesto normativo sempre più stringente, le aziende sono chiamate a investire in tecnologie e soluzioni che migliorino la sicurezza e la sostenibilità dei processi produttivi.

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